11 Gennaio 2022
Grazie all’Associazione Progetto Carcere 663, ho spesso l’occasione di poter partecipare alla realizzazione di Progetti di prevenzione del Bullismo e del Cyberbullismo nelle scuole rivolti ad alunni, docenti e genitori.
Bullismo e cyberbullismo, è risputo, rappresentano un fenomeno in continuo aumento, con conseguenze importanti sul piano emotivo, comportamentale e relazionale, sia per le vittime di bullismo, che per i bulli stessi.
I fattori che contribuiscono alla manifestazione del fenomeno sono plurimi, riconducibili sia ad aspetti individuali, che di gruppo, che culturali. Oggi ho intenzione di soffermarmi sul ruolo che rivestono gli stili genitoriali nella genesi e nella gestione del fenomeno.
I modelli educativi genitoriali, infatti, hanno un ruolo fondamentale tra le possibili cause del bullismo sia che siano eccessivamente severi, sia che siano troppo permissivi. Se, infatti, si ricorre eccessivamente all’uso di punizioni fisiche il bambino percepirà la violenza come l’unico mezzo per fare rispettare le proprie regole. Se, invece, si lascia un’eccessiva libertà ai propri figli, non percependo i limiti oltre i quali i comportamenti non sono più consentiti, essi possono agire di conseguenza in maniera prepotente e prevaricatrice.
È stato visto che le vittime di bullismo, invece, presentano quadri familiari molto coesi e iperprotettivi nei loro confronti. Specialmente una stretta dipendenza verso la figura di attaccamento principale che ritarda l’autonomia necessaria per la gestione delle relazioni con il gruppo dei pari.
Ma la famiglia rappresenta anche il principale fattore di protezione contro bullismo e cyberbullismo.
I dati delle ricerche evidenziano che i principali fattori di protezione in grado di ridurre il rischio di esserne vittima oppure in grado di moderare gli effetti negativi sulla vittima sono in particolare un adeguato supporto sociale e familiare, nonché una relazione con i genitori positiva e aperta, caratterizzata da calore ed empatia.
Ma cosa possono fare i genitori per capire se proprio figlio è vittima di atti di bullismo?
Vi lascio alcuni consigli.
È importante essere pronti ad ascoltare proprio figlio, quando questi spontaneamente decide di raccontare ciò che sta accadendo a scuola. Tuttavia, a volte i ragazzi non si confidano spontaneamente con gli adulti, e tanto meno con i genitori, per diversi motivi legati al loro periodo di vita. È essenziale quindi essere in grado di cogliere alcuni segnali delle loro possibili difficoltà con i compagni, come lividi, graffi ingiustificati; oggetti personali frequentemente smarriti, rovinati o rotti; richieste di soldi o altri beni frequenti ed ingiustificate; frequenti mal di testa, mal di stomaco o altri malesseri di cui non si capisce l’origine (possono essere malesseri psicosomatici in risposta alle difficoltà vissute dal ragazzo); frequenti richieste di poter rimanere a casa da scuola o assenze ingiustificate; peggioramento del rendimento scolastico di cui gli insegnanti non capiscono i motivi.
La presenza di uno o più di questi segnali non significa automaticamente che vostro figlio sia una vittima di bullismo, ma possono essere dei campanelli d’allarme e potete utilizzarli come occasione per parlare con lui dei suoi rapporti con i compagni.
Cosa fare nel caso si colgano questi segnali?
È importante parlare con vostro figlio del problema, facendogli sapere che siete interessati, chiedendogli come crede che andrebbe affrontato, se ha già provato a fare qualcosa; pensate insieme a vostro figlio ad altre strategie possibili per fronteggiare le prepotenze e, soprattutto, incoraggiatelo a rivolgersi immediatamente ad un insegnante o ad un altro adulto presente a scuola. È altrettanto importante comunicare con gli insegnanti, in modo che si possa intervenire in maniera congiunta ed efficace.
Il bullismo ha conseguenze psicologiche sia sul breve che sul lungo termine, per cui è utile spesso rivolgersi ad un professionista che possa aiutare il ragazzo a superare le sopraffazioni riacquistando più sicurezza in se stesso, e a relazionarsi in modo più efficace.